1/3 SETTEMBRE – SAN SALVATORE TELESINO.
Gastronomia, intrattenimento, Street food. La memoria della preparazione dello struppolo si perde nei più lontani ricordi della tradizione popolare e, come tutti i miti popolari, la sua origine è incerta. Di certo si sa che la ricetta è vecchia di secoli e che è nata a San Salvatore Telesino: già a pochi chilometri di distanza la ignorano e molti non hanno mai assaggiato uno struppolo.
Non è azzardato ipotizzare che gli struppoli di San Salvatore Telesino abbiano origini sannito-romane e rappresentino la versione salata dei crustuli – dolci calabresi dei quali condividono l’aspetto. Nel nostro Museo Civico Archeologico di Telesia è conservata un’epigrafe ritrovata durante gli scavi effettuati a San Salvatore Telesino sul sito dell’antica città di Telesia – dapprima importante centro sannita e poi fiorente città romana – che parla infatti di un ricco banchetto a base di mulsum et crustulum offerto dal neoeletto seviro Manlio Rufio ai coloni telesini.
Proprio perché elaborata all’interno di una piccola comunità contadina, la tradizione dello struppolo è stata tramandata attraverso il racconto e l’esempio dei più vecchi che, di generazione in generazione, hanno trasmesso l’arte della sua preparazione. Lo struppolo non rientrava nell’alimentazione quotidiana data la grande quantità di olio e uova necessari per la preparazione. Era, infatti, destinato insieme ai vanti – altro prodotto tipico di San Salvatore Telesino – a banchetti di matrimoni e feste come simbolo di abbondanza e ricchezza.
Piazza Salvatore Pacelli, San Salvatore Telesino.