PERCORSI SOLOPACA
3 • DAL SANTUARIO DI MARIA SS. DEL ROSETO AL RIONE CAPRIGLIA
INFO TURISTICHE E PRENOTAZIONI ANTONIO IADONISI, PRESIDENTE PROLOCO SOLOPACA - TELEFONO 328 9014679
L’itinerario prevedere di ripercorrere il tragitto della tradizionale discesa della Madonna del Roseto che si tiene ogni primo lunedì di giugno. Si parte dal Santuario della Madonna del Roseto, antica abbazia benedettina la cui prima notizia storica risale al 1214. Gli abati vennero nominati fino al 1761, ma, in una bolla datata 30 marzo 1595, Papa Clemente VIII dichiarò la badia “sine cura et conventu”, liberando praticamente i monaci dall’obbligo di residenza. Per l’abbazia da allora cominciò un lento degrado dato che i monaci si trasferirono nella vicina Melizzano nel cui territorio ricadeva l’abbazia. Cessata ogni opera di manutenzione, il monastero crollò in gran parte. La piccola chiesetta annessa alla costruzione, non più adatta per le sacre funzioni, divenne ricovero di malviventi e prostitute tanto che la curia telesina dovette procedere all’interdetto ecclesiastico. Nel maggio 1747, durante la visita pastorale di Monsignor Falangola, i cittadini di Solopaca – ritenendo che la giurisdizione della Badia di S. Maria del Roseto spettasse a loro e non ai cittadini di Melizzano – ottennero di poter restaurare l’abbazia. Così la chiesa fu restaurata, ma, dopo pochi anni, un violento terremoto la danneggiò gravemente nel 1805. Nella chiesa erano conservate due immagini della Madonna del Roseto, un’icona bizantina molto più antica era situata sull’altare maggiore, mentre una statua lignea policroma era posizionata su un altare laterale. Quando la chiesa fu colpita dal terremoto del 1805, all’interno si conservava solo che si conservava solo la statua lignea, la quale fu prelevata dai solopachesi e trasportata in paese, dove fu posta in deposito nella chiesa di San Mauro Martire, probabilmente in attesa di restauro. Dopo 40 anni, i solopachesi chiesero l’intercessione della Madonna del Roseto a causa di una forte siccità che aveva colpito la zona. La pioggia arrivò però solo 4 anni dopo, in seguito ad una seconda stagione di secca. Da allora i solopachesi fecero voto di ricostruire la chiesa in montagna e di portare la statua in paese ogni estate per potervi celebrare la sua festa. La nuova chiesa, costruita sul sagrato dell’antica cappella, fu ultimata nel 1857 e da quell’anno la processione di discesa si tiene il primo lunedì di giugno di ogni anno, mentre la processione di risalita si tiene ogni primo lunedì di settembre.
Nel percorso tra il Santuario e il paese, facendo una piccola deviazione si giunge a Rotta Ruotolo, una cavità carsica molto interessante composta di tre cavità. Dopo una piccola strettoia, dove un grosso masso è posto all’entrata, si attraversa una seconda cavità chiamata “sala del corno della sfortuna” e si accede poi alla “sala dell’amicizia” dove è possibile ammirare numerose stalattiti. Si sconsiglia l’ingresso nella grotta a persone non attrezzate.
Proseguendo il percorso della processione del primo lunedì d giugno si giunge nel centro storico di Capriglia, via Capriglia e via Tenente Tancredi. In Via Capriglia, sulla sinistra, si può ammirare la casa del Filosofo Stefano Cusani (1815-1846) e l’ingresso del cosiddetto “Anto scuro”. Attraversando via Tenente Tancredi si entra nel centro storico di questa zona, cuore palpitante del rione, in cui sono presenti maestosi palazzi come Palazzo Abbamondi di Capriglia. In questo edificio settecentesco, nel 1809, al pianterreno venne aperta una cappella dedicata a San Giuseppe. Abbandonata e adibita per diversi decenni ad altri usi, venne restaurata nel 1968 e riaperta al culto. L’edificio conservava al suo interno una statua di Sant’Antonio e alcune tele (trafugate nel 1986) eseguite tra il 1760 e il 1762 dal pittore solopachese Decio Frascadore. Nell’edificio ogni anno, il primo lunedì di giugno, viene accolta l’Immagine di Maria SS. del Roseto e dove avviene il tradizionale cambio del “manto”. Di fronte si trova la casa del poeta e giornalista Sebastiano Di Massa a cui si devono la pubblicazione di alcune opere sulla tradizione e il folklore solopachesi.
La visita si conclude di fronte al Palazzo Americo-Fasani, detto della Contessina. Edificato nei primi anni dell’Ottocento su una preesistente costruzione, l’immobile era circondato da un enorme parco, ricco di pregevoli statue marmoree, collegato al palazzo tramite un passaggio segreto, in parte ancora esistente. Un cavalcavia, sul lato occidentale del palazzo, univa lo stesso con la cappella di famiglia non più esistente. Nella sua integrità rappresentava una delle più sontuose abitazioni private solopachesi erette durante il periodo francese. Il parco venne espropriato dal Comune per costruirvi l’edificio scolastico; le statue che l’adornavano e parte dell’edificio furono alienate nel tempo dai proprietari ed oggi non sono più rintracciabili. Di originale resta solo la facciata che ha subito delle modifiche soprattutto nella zona inferiore. La parte superiore è decorata con stucchi e con quattro nicchie un tempo contenenti vasi di terracotta in stile impero (trafugati di recente). Delle decorazioni interne, del pregevole mobilio e della ricca biblioteca non resta più nulla.