PERCORSI SOLOPACA
1 • DALLA CHIESA DEL SS. CORPO DI CRISTO ALLA PARROCCHIA DI SAN MARTINO
INFO TURISTICHE E PRENOTAZIONI ANTONIO IADONISI, PRESIDENTE PROLOCO SOLOPACA - TELEFONO 328 9014679
Ci troviamo esattamente al centro del paese di Solopaca nella zona tradizionalmente detta “Piazza”. In questa zona si trova uno degli edifici più antichi presenti a Solopaca, vale a dire “Castel San Martino”. Edificato probabilmente dai Normanni nell’XI secolo, modificato probabilmente durante il periodo angioino, come è evidente dalla forma delle torri, il castello offriva un’ottima veduta sulla valle telesina. Il castello, un tempo isolato, venne ad essere pian piano abitato soprattutto dopo il terremoto del 1456 che distrusse alcuni casali di Solopaca come Terranova (edificato dai telesini scampati al terremoto del 1349 che distrusse completamente Telese) e Santianni dove poco distante si trovava anche la Parrocchia di San Martino Vescovo (nella zona appunto detta li Santimartini). Dopo questo avvenimento tellurico i telesini abbandonarono Terranova per trasferirsi vicino al castello e la contrada prese appunto il nome di Telesini. Proprio accanto al castello fu costruita la chiesa di San Martino, trasferita da Santimartini. Il castello da quel momento prese il nome di “Castel San Martino”. L’edificio che accolse la Parrocchia di San Martino attualmente ospita la Confraternita dei Sette Dolori o dell’Addolorata che vi si insediò agli inizi del ‘700 quando la parrocchia di San Martino venne di nuovo trasferita nel casale delli Precusi.
Successivamente l’Universitas di Solopaca (erede di quella telesina) fece edificare a partire dal 1601 la Chiesa intitolata al SS. Corpo di Cristo. Accanto alla chiesa si erge maestoso il campanile vanvitelliano, che di vanvitelliano ha ben poco come ad esempio il bicromatismo della facciata e i conchiglioni del tamburo. In effetti, la sua costruzione fu portata a termine solo nel 1794 dopo che per più di un secolo i lavori erano stati interrotti al primo livello per mancanza di fondi. Si può notare l’orologio civico istallato dal Comune nel 1864, in sostituzione di quello più antico che segnava le ore secondo il sistema italiano, legato al ciclo del sole.
Avviandoci imbocchiamo via Procusi, da Prae clusi, riferito agli abitanti di questo casale che si ritrovavano separati da Capriglia dal castello, ma un’altra ipotesi dice che gli abitanti di questa zona si fossero preclusi per difendersi dagli abitanti di Capriglia definiti “selvaggi”. Altra ipotesi vuole la popolazione di questo luogo particolarmente dediti all’agricoltura, pertanto, i loro terreni erano chiusi.
Il primo edificio monumentale che si incontra è Palazzo Amore-Goglia edificato nel 1698 (ingrandito nel 1856) da Antonio d’Amore di Frasso che scrisse il prezioso diario manoscritto fonte di numerose notizie sull’epoca ducale dei Ceva Grimaldi. Proseguendo lungo quella che era la strada principale di Solopaca si arriva nello slargo che andò ad ospitare la nuova chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo. Lungo la strada abbiamo potuto vedere maestosi palazzi come quello dei Cerracchio e dei Cutillo (1826) oggi sede del Comune.
Passando alla Chiesa di San Martino, venne iniziata nel 1728 e completata nel 1733 quando venne realizzata la scala a doppia rampa simile a quella della chiesa cerretese di San Martino. I lavori di completamento della chiesa si susseguirono per molti anni e nel 1852 venne ampliata con la costruzione delle navate laterali. Il campanile, rimasto incompiuto, fu iniziato nel 1900 e fu voluto da Mons. Antonio Iadanza con le offerte degli emigrati nelle Americhe. I lavori furono interrotti a seguito della Prima Guerra Mondiale e non più ripresi. All’interno è possibile ammirare le pitture murali che rappresentano l’Annunciazione e l’assunzione della Vergine nel Coro, San Luigi e San Martino nel transetto, nonché molto belle architetture dipinte in “Trompe l’oeil”. Nella navata centrale sono dipinte storie di San Martino, mentre nella volta è raffigurato il Vescovo di Tour che sconfigge l’eresia guidato da San Michele Arcangelo. Ma appena entrati in chiesa lo sguardo cade sulla bellissima macchia barocca che sovrasta l’altare maggiore. Sono tre nicchie che contengono il busto reliquiario di San Martino, San Michele Arcangelo e, al centro, la stupenda Immacolata attribuita allo scultore napoletano Giuseppe Picano. Da notare anche l’antico fonte battesimale in pietra, proveniente dalla chiesa in Piazza Vittoria, e gli altari che concludono le due navate laterali, dedicati rispettivamente a San Giuseppe e alla Madonna del Buon Consiglio.